24 luglio 2014

Omofobo o non omofobo, questo è il problema?


Ho trovato interessante un articolo di Giovanni dall'Orto comparso sul numero di Giugno di Pride sull'omofobia. Facendola molto breve dall'Orto sostiene che il termine omofobia andrebbe usato con più accuratezza e cioè solo nei casi evidenti di reazioni o violenze insensate nei riguardi di gay, lesbiche e trans.

«In origine omofobo era chi aveva reazioni inconsulte o violente, e la proposta di legge (Scalfarotto nda) usa la parola proprio in questo senso originario. Oggi però se un cattolico afferma che l'omosessualità è immorale, viene subito accusato d'essere omofobico. E questo è sbagliato, perché non si tratta della stessa cosa. Quel cattolico è certo definibile bigotto, reazionario, clericale... però esprimere un giudizio morale oscurantista non è di per sé sintomo d'una fobia; semmai è sintomo d'una visione del mondo reazionaria e medievale... »

Trovo la riflessione molto interessante e in certi punti anche condivisibile. Gran parte della confusione alimentata a regola d'arte da certi gruppi cattolici e di estrema destra riguardo l'estensione della legge Mancino ai reati di omofobia ha origine proprio da questo. Il punto è che i termini reazionario, bigotto, clericale ormai hanno perso qualunque tipo di forza è un po' come dire biricchino, citrullo e accipicchia. Fanno ridere o nella migliore delle ipotesi non li si capisce proprio.

Penso che sia per questo motivo che si è affibiato l'aggettivo omofobo a qualsiasi tipo di opinione antigay e non credo che definire ignoranti queste persone sia sufficiente per rendere l'idea del peso e della stupidità delle loro opinioni (non perseguibili per legge, ci mancherebbe). Ma è anche innegabile che questa confusione ha dato agio a questi gruppi reazionari di imbastire una vera e propria lotta ideologica contro questa legge che ha come obbiettivo tutt'altro.


Ritornare ad un uso più corretto del termine omofobo forse può togliere un'arma importante a questi gruppi, ma con quali termini altrettanto efficaci potremmo poi definire queste persone e queste opinioni che spesso non hanno alcun tipo di fondamento scientifico ma sono basate su puro pregiudizio? E ancora: siamo sicuri che una parola ormai entrata così velocemente nell'uso comune e con una sfumatura di significati simile, possa fare marcia indietro, tornare ad un aspetto più clinico o specifico? Se razzismo significa trattare le "razze" diverse dalla propria come inferiori, dove sta la differenza con l"omofobia"? Se dare della scimmia a un nero è considerato razzista perchè non dovrebbe essere considerato omofobo dare dei malati ai gay? Oppure estendiamo il termine razzista anche per tutti quei comportamenti e pregiudizi antigay e lasciamo l'omofobia per i casi più estremi, cioè per gli insulti e le botte? Ma è vero anche che dare degli omofobi a tutti quelli che sono contrari ai matrimoni gay o alle adozioni è esagerato e non li si può etichettare con un termine che vorrebbe quasi condannarli a un reato. Forse l'omofobia è tutto questo e molto di più, ad esempio se aprissimo il capitolo omofobia interiorizzata questo post si trasformerebbe in un libro. Forse allora la proposta di legge Scalfarotto contro l'omofobia (che chissà se vedrà mai la luce) dovrebbe chiarire bene che tipo di omofobia vuole combattere. Lo fa? Secondo alcuni sì secondo altri no. E così siamo di nuovo nel caos. E se chiamassimo gli omofobi razzisti, anche se non è il termine più corretto è sicuramente quello più chiaro, quello che fa capire subito a che tipo di comportamento ci si sta riferendo, no?

Su molti social gira lo slogan: "L'omofobia non è un'opinione". Vero, ma non è neppure un reato. Dipende tutto da cosa si intende per omofobia. Com'è stato possibile arrivare ad un livello simile di confusione? Alla fine l'obbiettivo a me sembrava semplice: punire con un'aggravante tutte quelle persone che picchiano e insultano gay, lesbiche e trans in quanto tali. Forse il problema sta più nel termine INSULTO che in OMOFOBIA. Perché spesso a me sembra di vivere in un paese che rifiuta il politically correct come la peste, ma poi è pieno di persone talmente suscettibili che vedono insulti dappertutto anche quando magari, invece, si tratta solo di opinioni diverse. Condivisibili o meno, più o meno razziste, bigotte, reazionarie o omofobe? transofobe? lesbofobe? fobe?... ed eccoci di nuovo al punto di partenza.

Chiedo lumi a chi ha da accendere.


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