09 agosto 2013

...e se vostro figlio fosse gay? #6

Gli insulti che un gay deve sopportare a scuola hanno una precisa e costante escalation di virulenza: partono dal femminuccia alle elementari/medie per arrivare al rotto in culo alle superiori. Riuscire a sopravvivere a tanto affetto è una cosa che o si impara subito oppure ci si ammazza. E ognuno a modo suo elabora le proprie strategie. C'è chi punta tutto sul mimetismo, e non intendo uniformarsi al gruppo, ma assumere le stesse sembianze di un banco vuoto per non attirare attenzione. E chi sviluppa sottili e perfide strategie di distrazione di massa: cioè individuare un altro soggetto debole e fare in modo di convogliare contro di esso tutta la stupidità e crudeltà ormonale dell'adolescenza. E chi sul ridi che ti passa... autostima compresa.

La cosa peggiore del bullismo omofobo è che, salvo rari casi, la vittima non può contare sul sostegno della propria famiglia. Puoi chiedere conforto ai tuoi genitori se a scuola ti chiamano balenottera, quattrocchi, sfigato, ecc. Molto più difficile è pensare di dirgli che sei gay, a scuola ti chiamano frocio e sperare che la notizia a fare davvero scandalo siano gli insulti invece che il proprio coming out. Insomma, il più delle volte questa mossa può rivelarsi controproducente e invece che risolvere un problema ne crea uno nuovo, anche peggiore. In una situazione simile l'unica speranza rimangono gli amici... ma chi vuol essere l'amico di un frocio senza correre il rischio di fare la stessa fine? Situazioni delicate, I know, ma non insolite o incomprensibili per questo ignorarle non è assolutamente una soluzione.



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