09 luglio 2013

Russia, AIDS e indifferenza

In Russia, come abbiamo ormai capito, la vita per noi omosessuali non è proprio rosa e fiori. Solo una settimana fa Putin ha infatti promulgato la nota "legge anti-propaganda omosessuale", di cui abbiamo già parlato. Ogni tanto chiacchiero con qualche sorella ortodossa e purtroppo mi confermano una situazione ai limiti della persecuzione. 
Beh a quanto pare nell'ex Unione Sovietica anche le questioni relative all'AIDS fanno rabbrividire. Ho letto un articolo su VICE che mi ha lasciato alquanto sconcertato: mentre negli ultimi anni i tassi di infezione dell'HIV sono crollati un po' in tutto il mondo, la Russia ha un dato in controtendenza, insieme all'Europa dell'Est e all'Asia Centrale. E se le cifre salgono, dove i malati di AIDS sono passati da 76mila a 92mila nel periodo dal 2005 al 2011, è invece peggiorato l'accesso alle cure, dove solo un quarto dei pazienti contagiati riceve cure appropriate, a causa del fortissimo pregiudizio nei riguardi dei malati. 
Qua siamo fermi agli anni '80, dove all'inizio la malattia era spaventosa, mortale e sconosciuta. Nei Adesso nei Paesi occidentali è possibile avere una vita anche se infettati dal virus, seguendo cure sempre meno invasive e che permettono un'esistenza tranquilla e tutto sommato sana. E non ci riferiamo solo agli omosessuali in questo caso, ma anche ai tossicodipendenti, visti come reietti e criminali. Nei Paesi dell'Est invece è fortissimo il pregiudizio nei confronti di AIDS/HIV, ma soprattutto dilaga l'ignoranza e manca completamente un'educazione al sesso e alla contraccezione: insomma, Giovanardi non farebbe prima a candidarsi alla Duma alle prossime elezioni? 


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